Immersi come siamo noi umbri nella campagna verde di giugno, dove il colore giallo della ginestra con il suo profumo soave spunta quasi da ogni cespuglio, vogliamo ricordare Giacomo Leopardi che proprio nel mese di giugno nacque e morì.

Aveva poco meno di 39 anni nel giugno del 1837 quando il poeta morì, dopo aver fatto dei suoi canti e dei suoi scritti in prosa la bussola esistenzialista per chiunque voglia riflettere sulla condizione umana nella modernità.

Capace di unire altissima filosofia e poesia nella sua opera, fu oggetto di molti studi nel corso del tempo. Tra i più convincenti critici letterari del Novecento che lo studiarono, amandolo e analizzandolo come energico rivoluzionario figurano due perugini: Aldo Capitini e Walter Binni, che videro in Leopardi “una intensità di sentimento come forse in nessun altro nella poesia italiana”.

Entrambi, Capitini e Binni, lessero nel canto di Leopardi intitolato La ginestra la visione potente e vigorosa di un nuovo umanesimo, da fondare ben al di là delle illusioni del cosiddetto progresso. Nell’affermazione del proprio pensiero d’amore, il grande e nobile cittadino nato a Recanati, ne La ginestra si muove verso una libertà sempre maggiore, indicando nell’unità sociale il luogo in cui la personalità umana diventa cardine della dignità nella lotta: nell’eroica poesia del presente, l’odorosa ginestra rinasce perfino nel deserto lasciato dall’eruzione del Vesuvio, che seppellì la lussuosa Pompei dei Romani.

Un grazie a Stefania e Silvia che per motivi diversi hanno indicato Leopardi come tema di giugno: Stefania perché all’esame di Stato ha presentato Leopardi alla prova orale di italiano e si è laureata il 14 giugno, giorno della morte dello scrittore; Silvia perché essendo marchigiana, e della stessa provincia dell’insuperabile poeta, teneva molto a ricordarlo a quanti amano la cultura italiana.