Marzo è il mese dell’arrivo della primavera, ma anche delle allergie ai pollini (quante persone sentiamo starnutire? Tante, e hanno sempre vicino il fazzoletto per soffiarsi il naso!), della fioritura e delle giornate che si allungano. Il sole tramonta sempre un po’ più tardi e con la luce migliora anche il nostro umore. Poi, a fine marzo (in Europa) torna l’ora legale, cioè mettiamo l’orologio avanti di un’ora e fino alla fine di ottobre rimaniamo con lo stesso orario. In Italia nel 1966 si decise di introdurre l’ora legale, che a quell’epoca durava solo quattro mesi, mentre dal 1996 la durata è di sette mesi: da fine marzo a fine ottobre.

I motivi per l’introduzione di questo cambiamento orario sono molto comprensibili: avere un’ora di luce in più al giorno per sette mesi ci permette di risparmiare tanto sui consumi di energia, sfruttiamo meglio le giornate per stare fuori, passeggiare e vivere anche di notte. Si torna a casa più tardi di sera, perché guardando il cielo diciamo che “fuori è ancora giorno!”

Poi a ottobre torna l’ora solare, e il buio ricomincia a crescere.

Ma una consultazione pubblica, lanciata dalla Commissione europea nel 2018, che ha chiesto ai cittadini europei se erano favorevoli o contrari allo spostamento orario, ha avuto un numero di risposte superiore all’80% di favorevoli ad estendere l’orario estivo (l’ora legale) a tutto l’anno. Così si risparmierebbe ancor di più sui consumi energetici e le ore di luce “più lunghe” potrebbero avere un effetto positivo sulla sicurezza stradale.

Ancora la decisione di eliminare l’ora solare non è stata presa dalle autorità europee, perciò si continua a parlarne anche sui mezzi di comunicazione di massa (mass media). Intanto, per quest’anno sappiamo per certo che la notte fra il 30 e il 31 marzo, domenica, metteremo le lancette dell’orologio un’ora avanti, e a quel punto, con l’ora legale, il rigido inverno sarà davvero alle nostre spalle.